Riflessioni sul “senso di comunità”
(Speriamo che la copertina sia sufficientemente esplicativa del concetto dell’articolo.)
Avvicinarsi al percorso pagano, o a un percorso magico, come ripetiamo sempre, è innanzitutto un viaggio per cambiare la propria forma mentis, per renderla conforme a quella della Tradizione magica, spirituale o religiosa dalla quale ci si sente attratti, di cui si vuole essere parte. Questo perché una Tradizione, sia magica che spirituale-religiosa, è fatta non soltanto dal mythos, cioè da una serie di rappresentazioni simboliche di azioni, forze, strutture che dal trascendente si manifestano nell’immanente; ma anche da un ethos, cioè da uno specifico carattere, che si manifesta nelle caratteristiche di un popolo o di una nazione – o, in questo caso, nel gruppo che aderiva, o aderisce, a quella certa Tradizione magica o spirituale-religiosa. Proprio per questo la definizione di “Tradizione” è elusiva: è qualcosa che va oltre la sterile ripetizione di protocolli o la cieca adesione a un credo. Al contrario, la Tradizione vive nella storia dei popoli, fatta da costumi e credenze specifici, dai quali si determinano azioni e uno specifico modo di affrontare la Storia.