Introduzione alla figura della Santa Muerte
La Santa Muerte, nominata in molti film e telefilm come “la santa dei narcotrafficanti”, “la signora dei killer”, dipinta come la più malvagia delle divinità, a cui si rivolgono soltanto i criminali per ottenere favori e poter compiere impuniti i propri delitti, è in realtà una figura molto distante e diversa da questi luoghi comuni.
In Messico viene invocata per vegliare su qualunque aspetto della vita: punire le ingiustizie, vendicare i torti, proteggere i malati, gli infanti e i deboli, suscitare l’amore, dare dignità a chi ha un orientamento religioso, sessuale o politico differente da quello della massa. Viene pregata anche dai criminali, ovviamente, perché possa proteggerli dalla morte o rendere la lama della loro “falce” più affilata e favorirli nel compimento di omicidi.
Il crocicchio: le vie tra i mondi
Il crocevia, l’incontro di tre o più strade, nell’immaginario della magia, sia popolare e che cerimoniale, antica e moderna, è considerato un luogo preferenziale per il contatto con le entità, un punto di intersezione di mondi ed energie, dove questi si compenetrano in modo unico e spesso travolgente.
Quando è l’intersezione di quattro strade, esse rappresentano idealmente l’incontro dei quattro quarti del cosmo: il centro del crocevia diventa dunque il metaforico centro del mondo, nel quale è più facile per il mago entrare in contatto con ogni energia, aprire le porte dei mondi, convocare Divinità e Spiriti, inviarli e inviare la propria Volontà. Da quel punto, come fosse il centro di un cerchio, equidistante da tutto, e con la possibilità di osservare ogni cosa, egli può raggiungere il controllo di tutto ed estendere il proprio sguardo e azione ovunque e in ogni luogo.