Il Culto degli Antenati: una religiosità più antica dell’Animismo?
Fuori dall’ambiente accademico di chi, studiando antropologia, deve per forza conoscere le varie teorie sull’origine del Sacro e della religiosità umana, permane una concezione scolastica che porta innanzitutto a vedere alcune espressioni religiose più primitive e altre più evolute e, grazie al condizionamento di una mentalità ottocentesca dura da sradicare, ad attribuire a queste espressioni un valore in termini morali ed evolutivi.
Ci viene insegnato, come fosse una filastrocca, che l’Animismo è venuto prima di tutti gli altri modi di intendere la religione. Che l’Animismo è espressione religiosa propria della cultura del buon selvaggio: l’essere umano arcaico, pacifico e in comunione con la natura, più simile ad un animale che all’uomo moderno civilizzato, che sarebbe stato dotato di una naturale curiosità verso gli eventi inspiegabili e avrebbe, con la sua ingenuità, creato la religione come forma di consolazione e riconosciuto la scintilla vitale intrinseca in tutte le cose esistenti come uno spirito sovrannaturale.
Arte: educazione ed ethos
– di Victor
[ARTE: in senso lato, significa ” attività”, e propriamente l’attualizzarsi di una potenza nell’operare (Treccani)]
Stiamo attraversando un periodo storico nel quale, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti, vengono messi in discussione il valore e il ruolo dell’arte all’interno della moderna società occidentale.
Volendo concentrarci sull’Italia: non molte settimane fa, si è tenuta a Milano una manifestazione organizzata da parte di operatori del settore eventi e spettacolo che, messi in ginocchio dalla grave emergenza sanitaria, domandavano attenzione da parte delle istituzioni. Presumibilmente, la ragione per la quale nessun provvedimento incisivo è stato varato, va ricercata nel fatto che valenza e finalità dell’espressione artistica sono oggi considerate tutt’altro che essenziali.