Il Culto degli Antenati: una religiosità più antica dell’Animismo?
Fuori dall’ambiente accademico di chi, studiando antropologia, deve per forza conoscere le varie teorie sull’origine del Sacro e della religiosità umana, permane una concezione scolastica che porta innanzitutto a vedere alcune espressioni religiose più primitive e altre più evolute e, grazie al condizionamento di una mentalità ottocentesca dura da sradicare, ad attribuire a queste espressioni un valore in termini morali ed evolutivi.
Ci viene insegnato, come fosse una filastrocca, che l’Animismo è venuto prima di tutti gli altri modi di intendere la religione. Che l’Animismo è espressione religiosa propria della cultura del buon selvaggio: l’essere umano arcaico, pacifico e in comunione con la natura, più simile ad un animale che all’uomo moderno civilizzato, che sarebbe stato dotato di una naturale curiosità verso gli eventi inspiegabili e avrebbe, con la sua ingenuità, creato la religione come forma di consolazione e riconosciuto la scintilla vitale intrinseca in tutte le cose esistenti come uno spirito sovrannaturale.
Il Cane (domestico)
Ognuno di noi ha del cane un immaginario molto diverso, che riflette la molteplicità di razze, con caratteristiche uniche: c’è chi lo vede come un amico a quattro zampe, chi come un fiero pastore del gregge, chi come una creatura elegante e slanciata, oppure piccola e nervosa. Ognuno di noi ha una razza preferita, un aspetto che trova più accattivante, un carattere che ritiene più confortevole.
Parlare del Cane in termini generici è approssimativo, considerata l’enorme differenza fra una specie e l’altra. Ciò che è possibile fare, è cercare di spostare l’attenzione proprio sulla diversità e riflettere su questo insieme di Spiriti, e di come ognuno di esseri vivifichi una razza che si esprime nel mondo in modo unico.