• Stregoneria

    L’uso dei figurini di cera e alcune nostre scelte pratiche

    Questo tipo di strumento magico – in Italiano anche chiamato “dagida”, sebbene non siamo mai riusciti a rintracciare l’origine della parola – affonda le sue radici in tecniche magiche antichissime, caratteristiche del bacino del Mediterraneo e ampiamente diffuse presso vari popoli. L’uso di questi figurini, di solito preparati in cera o argilla, era prescritto per un’ampia gamma di incantesimi: rituali d’amore e legamenti, maledizioni ed esorcismi, riti di guarigione, e via discorrendo. In tutti quei casi, insomma, in cui nel rituale era centrale la persona (da piegare a una certa volontà o da guarire da un certo male), oppure la sua mente o il suo “spazio corporeo” – nei quali doveva essere instillata un’idea o una volontà, bandito un pensiero e così via. In poche parole, il figurino diventa sembiante archetipico della persona – ragion per cui è importante prestare attenzione che nel figurino siano rappresentati tutte le membra del corpo con un buon livello di dettaglio e riflesse le caratteristiche fondamentali della persona che devono rappresentare (per fare l’esempio di un caso estremo: se a una persona mancasse un braccio, prima di iniziare il rituale si priverebbe di quello stesso braccio anche la dagida).

  • Antropologia & Storia delle religioni

    Variabili nei riti d’amore e classificazione metodologica

    “Voglio un rito d’amore!” – non vuol dire niente.

    In realtà vale un po’ per tutti i rituali: se non si specifica lo scopo, ci si sta riferendo soltanto a una categoria. Insomma, “voglio un rito d’amore” non vuol dire molto di più di “ehi, mi consigli un rituale di magia nera?”. Se bocciamo o critichiamo questo tipo di richiesta (perché la magia non ha colore, ok, ma anche) perché è troppo vaga, vale di sicuro lo stesso quando si parla di “rituale d’amore”.

    O si usa la categoria come contenitore generico, oppure la richiesta funziona poco. La Magia ha bisogno di precisione da orologiaio: tutto il rituale ruota intorno allo scopo, all’intento specifico, alla situazione reale, senza che niente venga lasciato a interpretazioni arbitrarie e aleatorie.

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