Stregoneria

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    Il Nocciolo

    Nella stregoneria e nella magia europee, il Nocciolo figura spesso come pianta magica, a volte per eccellenza e più di altre, al punto che in alcuni casi è dal Nocciolo che viene tratta la bacchetta – strumento dalle molteplici funzioni e primo a denotare lo status del praticante dell’Arte, venendo usata per molti scopi diversi, dalla tracciatura del cerchio, alla proiezione della Volontà, al comando su certi Spiriti, al “rimescolamento” delle energie durante il rituale.

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    L’uso dei figurini di cera e alcune nostre scelte pratiche

    Questo tipo di strumento magico – in Italiano anche chiamato “dagida”, sebbene non siamo mai riusciti a rintracciare l’origine della parola – affonda le sue radici in tecniche magiche antichissime, caratteristiche del bacino del Mediterraneo e ampiamente diffuse presso vari popoli. L’uso di questi figurini, di solito preparati in cera o argilla, era prescritto per un’ampia gamma di incantesimi: rituali d’amore e legamenti, maledizioni ed esorcismi, riti di guarigione, e via discorrendo. In tutti quei casi, insomma, in cui nel rituale era centrale la persona (da piegare a una certa volontà o da guarire da un certo male), oppure la sua mente o il suo “spazio corporeo” – nei quali doveva essere instillata un’idea o una volontà, bandito un pensiero e così via. In poche parole, il figurino diventa sembiante archetipico della persona – ragion per cui è importante prestare attenzione che nel figurino siano rappresentati tutte le membra del corpo con un buon livello di dettaglio e riflesse le caratteristiche fondamentali della persona che devono rappresentare (per fare l’esempio di un caso estremo: se a una persona mancasse un braccio, prima di iniziare il rituale si priverebbe di quello stesso braccio anche la dagida).

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