Introduzione alla figura della Santa Muerte
La Santa Muerte, nominata in molti film e telefilm come “la santa dei narcotrafficanti”, “la signora dei killer”, dipinta come la più malvagia delle divinità, a cui si rivolgono soltanto i criminali per ottenere favori e poter compiere impuniti i propri delitti, è in realtà una figura molto distante e diversa da questi luoghi comuni.
In Messico viene invocata per vegliare su qualunque aspetto della vita: punire le ingiustizie, vendicare i torti, proteggere i malati, gli infanti e i deboli, suscitare l’amore, dare dignità a chi ha un orientamento religioso, sessuale o politico differente da quello della massa. Viene pregata anche dai criminali, ovviamente, perché possa proteggerli dalla morte o rendere la lama della loro “falce” più affilata e favorirli nel compimento di omicidi.
Hekate: un breve spaccato antropologico
È difficile racchiudere l’intera figura di Hekate, con le sue mille sfaccettature, in un breve articolo. In Grecia fu per secoli amata e temuta. A lei ci si rivolgeva con ogni onore, venerandola in particolare alla congiunzione di tre strade.
Il suo culto risale all’epoca pre-ellenica, venne importato dall’Anatolia, dove assumeva il ruolo di Grande Madre – e in questo è da ricercare la ragione per cui ad Hekate si attribuissero innumerevoli facoltà, nonché il dominio sul cielo, il mare, la terra e ciò che si trovava sotto di essa (come descritto negli Oracoli Caldaici, II-III sec.), che in epoca ellenica venne spartito fra tre divinità maschili, ovvero Zeus, Poseidone e Hades.