Il Coyote
Quando si parla del Coyote si pensa a un imbroglione, nel senso più negativo del termine, ritenendolo quasi unicamente uno Spirito negativo di poco interesse. Questo genere di idea non potrebbe essere più sbagliata e lontana dalla verità.
L’immaginario del Coyote è stato negativizzato durante il Colonialismo, che lo ha in qualche modo contrapposto al Lupo, al quale ha attribuito un’accezione più positiva. Se invece analizzassimo le leggende dei Nativi Americani, scopriremmo che al Coyote venivano riconosciuti molti meriti, diversi per le varie tribù. Leggenda vuole, per esempio, che sia stato il Coyote a donare il fuoco agli uomini, che a volte ha lui stesso creato. E sempre a questo Spirito si deve l’introduzione della morte nel creato, la quale non è ritenuta un evento negativo (come accade nel Cristianesimo), ma un importante regolatore della quantità di persone vive al mondo, affinché vi sia sempre spazio per tutti e per le coltivazioni. Secondo i Nativi Americani, il Coyote è lo Spirito più archetipicamente legato alla figura del trickster e dello shapeshifter, essendo capace di cambiare la sua forma, da quella animale a quella umana o antropomorfa.
Il potere parte dall’introspezione
Di quanto l’introspezione sia fondamentale per la pratica magica si parla tanto, ma ci si sofferma poco ad analizzare cosa voglia dire, cosa comporti e, in ogni caso, quanto sia importante nella vita di tutti i giorni, sia che si pratichi magia, che non lo si faccia. Certo, per chi si dedica alla pratica dell’Arte, è una necessità ancora più impellente che per il profano, perché la Magia è un linguaggio e la Volontà può esprimersi chiaramente solo a fronte di un lavoro pregresso che stabilisca un buon grado di chiarezza e coesione interiore.