Cartomanzia

Il Grand Tableau: un grande dipinto narrativo

Siamo arrivati al Grand Tableau, e alle Petit Lenormand, per puro caso.

Una delle pochissime cose che amiamo collezionare sono mazzi di Sibille. Non le tante rivisitazioni moderne, quanto piuttosto i vari tipi di mazzo “storico”. La cartomanzia tradizionale è una nostra passione, dalla quale vengono per lo più esclusi i Tarocchi (eccezion fatta per Etteille) e invece inclusa qualsiasi cosa rassomigli le Sibille – ne abbiamo parlato un po’ meglio in un paio di post su Patreon, qui e qui.

Quando abbiamo scoperto le Petit Lenormand per la prima volta, alcuni anni fa, la cosa che ci colpì di più fu la differenza radicale con la Vera Sibilla Italiana – quello che per Dee è il mazzo d’ordinanza che la ha accompagnata per più di venticinque anni di pratica cartomantica.

Apprendere il metodo di lettura delle Petit Lenormand non è stato facile. Non si basa soltanto sul fatto che il responso emerge dall’applicarsi del significato da una carta all’altra, ma soprattutto sul concetto di “significati e case”, e cioè sul fatto che ogni carta costituisce la casa (argomento) nel quale si esprime il significato della carta successiva nella sequenza (la quale può essere lineare o meno, a seconda del metodo adottato). In più si aggiunge la possibilità di schemi di lettura tutt’altro che rigidi: lo stesso Grand Tableau, come lettura che non limita il numero di carte impiegato per far emergere il responso, ma utilizza tutto il mazzo di 36 carte, è letteralmente un “grande dipinto” nel quale navigare alla ricerca dei presagi d’interesse per il consultante.

Uno sguardo al passato per capire quali eventi continuano a trascinarsi e influenzare il presente? Si considera la posizione del consultante e le carte alle sue spalle.

La volontà di indagare nella mente di qualcuno per capire perché ha fatto qualcosa? Si prenda in considerazione la carta che rappresenta tale persona per aspetto e/o ruolo, e si guardi la diagonale superiore sinistra che parte proprio dalla sua carta.

Qualche informazione in più sulla casa e la famiglia? Si consideri la carta che cade nella quarta casa, e si costruisca la narrazione passando di casa in casa, saltellando qui e lì fra le carte del Grand Tableau, secondo il metodo dei significati e delle case.

Le potenzialità sono praticamente infinite.

Ci siamo presto accorti non solo di quanto sia complesso il Grand Tableau, ma anche quanto sia stratificato il significato di ogni singola carta. Così vago, nel libretto di fine Ottocento di Philippe Lenormand, eppure così passibile di infinito approfondimento applicandosi alla comprensione delle carte con animo meditativo e spirito di osservazione del contesto nel quale le carte ricorrono.

Già, perché nel caso delle Petit Lenormand (e delle altre Sibille) non c’è una forte e precisa iconografia a fare da guida alla comprensione del loro significato. Il simbolismo di colori, numeri, posizioni del corpo, e la miriade di dettagli che caratterizza tarocchi come i Marsigliesi, i Wirth o i Rider-Waite, tutti densissimi di simbologie esoteriche, è quasi del tutto estranea alle Sibille – il cui simbolismo è, se vogliamo, molto naïf – a tratti un po’ “ingenuo” – compensato però dal fatto che molto di quello che viene rappresentato sulle carta appartiene a una dimensione quotidiana che fa sì che ognuno di noi abbia una costellazione di significati ed esperienze personali che si applicano ad ogni singola carta, concorrendo a costruire almeno parte del loro significato.

Tutto questo per dire che imparare a fare il Grand Tableau è stata, fin dall’inizio, una sfida impegnativa, e che la comprensione delle dinamiche interne al Tableau stesso e lo specifico carattere delle Petit Lenormand qualcosa che abbiamo imparato mese dopo mese.

Per questo il nostro modo di fare il Grand Tableau (come avrà notato chi lo ha prenotato con costanza negli ultimi tre anni) è cambiato e si è stratificato.

Riteniamo di essere arrivati a un punto di “rielaborazione definitiva” della struttura attraverso la quale forniamo il responso definitivo. Un grande contributo lo dobbiamo a Odette Lopez Mazza, il cui libro consigliamo sempre molto caldamente (anche perché è uno dei pochi in Italiano davvero completo), costituendo grazie alla sua completezza la base alla quale molti si ispirano per scrivere i propri testi – perché non andare direttamente “all’originale?”. Non sempre concordiamo con i suoi punti di vista o con l’utilizzo che fa di alcune strutture del Grand Tableau (per esempio, come vedrete non riteniamo primario interpretare le linee del passato e del futuro, o le diagonali che rappresentano il pensiero passato e futuro, e l’azione passata e futura), ma il suo lavoro ci ha fornito molti spunti per comprendere meglio alcune delle carte per noi difficili (come i Gigli, che non ci si chiariscono mai se non definiamo prima il contesto tratteggiato dal resto della lettura) e anche per acquisire alcuni trucchi per semplificarci la navigazione fra carte e case.

Da quest’anno quindi il pdf associato al Grand Tableau (servizio che potete acquistare qui) sarà più articolato e più completo, e probabilmente ha raggiunto la sua forma “definitiva”. (Forse.)

Prendiamo occasione per raccontarvi un po’ del nostro lavoro con il Grand Tableau, della nostra esperienza con questa struttura divinatoria – sperando di dare alcuni spunti e punti di vista utili sia a chi si sta approcciando a questo metodo, e dare delle anticipazioni a chi ha acquistato il Grand Tableau e aspetta il pdf.

Stendere il Grand Tableau è sempre la parte facile: concordato ciò che il consultante vuole sapere, per avere un’idea di quali aspetti cercare con maggiore attenzione, la disposizione del tableau che adottiamo è quella di Philippe Lenormand – 4 righe x 8 carte, più una quinta da 4 carte.

Dapprima gettiamo uno sguardo in generale alla disposizione delle carte, cercando di identificare il senso della posizione del consultante. Viene rappresentato dalla Donna o dall’Uomo a seconda del suo sesso, ma ci è capitato, nel caso di persone in relazione con una persona dello stesso sesso, che la carta identificativa fosse quella del sesso opposto, o anche una delle altre figure di corte a cui sono associate alcune carte delle Petit Lenormand. Purtroppo, mazzi come questo appartengono a un’epoca storica in cui questioni come l’orientamento di genere e le preferenze sessuali non erano apertamente trattate, tanto meno incluse nella cartomanzia, perciò in mancanza di carte specificamente dedicate a queste situazioni… bisogna ingegnarsi e usare l’intuizione. Un grande pregio delle Sibille – di tutte le Sibille! – è proprio la straordinaria adattabilità e la buona parlantina: quello che c’è attorno a una carta è sempre estremamente significativo e chiarificatore. Spesso, anche in base alle caratteristiche della persona, è facile identificare la sua carta – ragion per cui domande apparentemente insignificanti assumono il loro senso quando si va ad analizzare nel dettaglio a chi le carte di corte si riferiscono.

La posizione del consultante nella stesa è di enorme importanza. Non solo definisce ciò che si è lasciato alle spalle e ciò che lo attende, ma anche il suo modo di affrontare la vita.

È in fondo alla lettura, o all’inizio? Ha più passato che futuro? È nell’ultima riga, schiacciato dal resto delle carte? Si trova in un angolo, e quindi figurativamente in una posizione di difficoltà o di chiusura? Verso il passato o verso il futuro?

Questo, insieme all’osservazione del carattere della prima e dell’ultima carta del Grand Tableau definiscono i toni della stesa, rappresentando la prima guida orientativa per poter interpretare le accoppiate di significati sui quali si nutrono dubbi.

Inoltre, poiché a fianco della tradizionale interpretazione del futuro deducendolo dalle carte che stanno davanti allo sguardo del consultante utilizziamo anche una descrizione del futuro basata sulle quattro righe (che rappresentano ognuna la frazione di un quarto del tempo rappresentato nella stesa), la riga in cui si trova il consultante è anche quella in cui sarà maggiormente coinvolto, o con gli eventi, i temi a cui dovrà prestare maggiore attenzione o quelli su cui avrà maggiore controllo.

Se le carte che gli stanno direttamente intorno sono eventi e argomenti che ha direttamente “sotto lo sguardo” e che con più forza lo rappresentano, la riga in cui il consultante cade indica con estrema forza il suo passato e il suo futuro più prossimo, le cose di cui sta vivendo le conseguenze e quelle che si svilupperanno quasi certamente perché dipendono dal suo modo di agire nel presente. La riga diventa quindi una sintesi che permette di comprendere cosa è stato seminato, e cosa verrà raccolto (fermo restando che ciò deve comunque essere verificato osservando le case che rappresentano gli argomenti di cui si è letto).

Di norma, consideriamo “al di sopra del consultante”, cioè che gli arriva senza sforzo o che potenzialmente lo domina, tutto ciò che gli sta sopra in termini di righe: le carte delle righe superiori che toccano direttamente la sua carta hanno un’influenza forte e diretta, e man mano che ci si allontana dalla sua posizione tale influenza si dirada, diventando latente, marginale oppure occulta.

Proprio per questo il consultante tende a trovarsi in prima o seconda riga se la persona ha una buona visione d’insieme, e nelle ultime righe se invece tende a lasciarsi soverchiare e trascinare dagli eventi.

Le carte “sopra la testa” della carta del consultante potrebbero assumere, in alcuni casi, il significato di una “spada di Damocle” pronta a decapitarlo, oppure di una benedizione che lo sta agevolando nel momento presente.

Riguardo alle quattro carte agli angoli, non siamo completamente persuasi dalla lettura tradizionale che ne viene data – come quattro argomenti che occupano il pensiero del consultante, o quattro carte che esplicano l’argomento su cui si incentra la lettura – però riteniamo siano di grande interesse.

Sono – letteralmente – ciò che viene messo all’angolo, e che può rappresentare qualcosa di diverso: un pericolo, qualcosa che sta venendo negato o marginalizzato, oppure ciò su cui si regge l’intera vita della persona e che la mantiene stabile o la rende instabile, e quindi quattro “ambiti” (comunicazione, cambiamento, relazioni umane, opere) fondamentali che potrebbero congiungersi nel presagio (per esempio se in tutti i casi vi si trovano carte positive o negative) oppure no, e in quel caso necessitare di una lettura individuale piuttosto che corale.

L’ultima riga, composta da sole quattro carte, è spesso una sfida, perché rappresenta un unico messaggio incatenato in una breve sequenza spesso criptica o di estrema severità. Nel pdf che inviamo con la stesa lo abbiamo rinominato “Fato”, cioè il destino ineluttabile al quale non è possibile sottrarsi, e perciò quelle cose che il consultante dovrà affrontare – in genere le sue paure, atteggiamenti radicati che generano la situazione raccontata dal Grand Tableau, l’avvertimento per eventi futuri che non potranno essere scansati.

Abbiamo spesso riscontrato che nel Grand Tableau in questa posizione viene sistemata un’osservazione molto severa, che sia una critica al comportamento del consultante, o un avvertimento che non va preso sotto gamba. In diversi casi c’è capitato che, a distanza di un anno, ci venisse detto che queste ultime quattro carte avevano rappresentato quasi un leitmotiv dell’anno.

Infine, su suggerimento della Lopez, abbiamo iniziato a prendere in considerazione anche quello che lei chiama “il Cuore”, un consiglio per raggiungere la felicità e realizzare i propri obiettivi.

Questi elementi, uniti a tecniche di lettura specifiche che vanno adottate per leggere il Tableau, per esempio la specchiatura delle carte (laddove quella in posizione di simmetria fornisce un chiarimento sul suo significato); o l’utilizzo delle caratteristiche dei semi e dei ruoli delle carte di corte per identificare le persone nella vita del consultante, potendo poi definire il loro modo di pensare e agire attraverso le diagonali marcate dalle loro carte, permettono l’interpretazione di un tipo di stesa di cartomanzia che si distingue dalle altre per completezza, complessità e vastità di elementi trattati.

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