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PURIFICAZIONE: QUALI CANDELE USARE? BIANCO O NERO?

Tratto da un post Instagram del 31 maggio 2022.

Abbiamo sempre rimarcato l’importanza centrale della purificazione nella nostra pratica e nell’Arte in generale. L’argomento è stato esplorato approfonditamente nel post su Patreon “Start 23.05 – Purificazione: filosofia e potere della performance” e abbiamo dedicato un intero libro alle pratiche purificatorie: Purificazione: sacralità, strumenti e riti, che potete acquistare [qui]. Negli anni, le domande su come effettuare una buona purificazione sono state varie e numerose.

Ormai è quasi diventato assiomatico pensare all’Arte come a un insieme di pratiche che coinvolgono l’utilizzo di candele, anche se questi versatili strumenti sono solo una delle tante opzioni disponibili per realizzare qualsiasi genere di rito. Di tutte le domande che ci sono state poste nel tempo, una delle più comuni riguarda proprio quale colore di candela sia più indicato per la purificazione.

Iniziamo con una notizia che potrebbe lasciare qualcuno di stucco: non è affatto obbligatorio utilizzare candele per i rituali di purificazione. Al contrario, esistono molte altre tecniche purificatorie (lustrazioni, fumigazioni, bagni purificatori…) che descriviamo ampiamente nel nostro libro e che, sebbene possano essere accompagnate dalle candele, non le rendono centrali nel rituale, e dunque queste possono persino essere omesse. Pertanto, se vi trovate in una situazione d’urgenza e nessuno risponde ai vostri dubbi sul colore… cambiate metodo!

Detto questo, abbiamo riscontrato la presenza di due grandi scuole di pensiero sul colore delle candele per la purificazione: da una parte chi usa candele bianche, dall’altra chi preferisce quelle nere.

Non riteniamo che esista una scelta giusta o sbagliata in assoluto, ma piuttosto una scelta giusta in base alle circostanze e alla finalità specifica del rito. Dal punto di vista “fisico”, la luce si comporta diversamente con oggetti bianchi e neri: i primi riflettono l’intero spettro luminoso visibile, mentre i secondi lo assorbono. Questa distinzione simbolizza il diverso modo di agire delle candele bianche e nere nel rito purificatorio.

Le candele bianche si utilizzano per “irradiare” purezza e potere purificatorio, ad esempio per purificare un ambiente e contrastare le negatività, proprio come la luce che vince e dissolve il buio.

Le candele nere, al contrario, servono per “assorbire” impurità e negatività, che vengono consumate assieme alla cera della candela stessa. In questo modo, l’impurità si raccoglie nei residui di cera, che vanno poi smaltiti con cura.

Infatti, aderiamo alla visione secondo cui non è auspicabile gettare nel cestino i resti dei rituali, ma piuttosto disporne in natura in accordo con il simbolismo del rito. Per questo motivo, insistiamo sull’importanza di utilizzare materiali ecofriendly che non danneggino l’ambiente: un conto è lanciare in un fiume un pezzo di cera d’api, un conto è inquinarlo con un bel tocco di paraffina residuo di una candela.

Per quanto riguarda la collocazione della cera residua dei riti purificatori, di solito si sceglie di sotterrarla, spesso al centro di un quadrivio dove non si ripasserà, ai piedi di un albero imponente (magari parte della propria corte di Spiriti alleati, affinché possa rielaborare e trasformare tali energie), oppure si può lasciarla in un fiume dalla corrente impetuosa o seppellirla nei pressi delle mura interne o esterne dei cimiteri.

Aggiungiamo che, per particolari purificazioni legate alla liberazione dal peso di persone decisamente sgradite, non c’è nulla di più catartico che lanciare i residui di cera giù da un dirupo montano, dove niente e nessuno potrà mai più raggiungerli o dentro un roveto… ma questo consiglio è figlio del nostro legame speciale con i rovi e la montagna, luogo privilegiato di pratica.

Di seguito, lasciamo alcuni suggerimenti per distinguere meglio i casi e scegliere consapevolmente.

 

QUANDO USARE IL BIANCO

Secondo la nostra esperienza, la candela bianca è più adatta per:

– la purificazione di ambienti;

– situazioni in cui è necessario ripristinare un certo “candore” o una purezza rituale simbolicamente associata alla luce o al bianco;

– casi in cui si avverte l’urgenza di fare una purificazione e non si dispone di candele nere;

– purificarsi dopo riti di maledizione, per contrastare le energie invocate (in questo caso, il bianco contrasta il nero, colore associato alle candele per i riti di maledizione);

– preparare il terreno per riti di benedizione, consacrazione, iniziazione e tutti quelli in cui l’elemento luminoso gioca un ruolo centrale.

QUANDO USARE IL NERO

Secondo la nostra esperienza, la candela nera è invece indicata per:

– la purificazione personale o per purificazioni di routine;

– situazioni in cui è necessario liberare un luogo da una certa pesantezza, e la purificazione deve essere profonda, duratura e capace di radicare un senso di alleggerimento;

– casi in cui è utile raccogliere nella cera le energie impure, in modo da poterle allontanare fisicamente dal luogo;

– situazioni di emergenza in cui si dispone solo di candele nere, ma è urgente effettuare una purificazione;

– rituali di bando, preparazione a un rito di qualsiasi genere, o a seguito di rituali di maledizione, per effettuare una prima purificazione (da completare poi con una candela bianca o con un altro metodo purificatorio).

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