Antropologia & Storia delle religioni

Esiste l’iniziazione nella folk magic? E nella stregoneria?

Dopo la live di “Sul Rito & la Tradizione” ci è arrivata questa domanda:

qual è la differenza fra la necessità di essere iniziati per praticare qualcosa e la trasmissione della pratica?

La persona si riferiva al punto in cui accennavamo alle segnature, dicendo che se è vero che la magia popolare non ha bisogno di iniziazione, è anche vero che le segnature necessitano di una trasmissione. Partendo da questo, vorremmo espandere un pochino il ragionamento.

È fondamentale distinguere fra magia popolare e stregoneria: non sono la stessa cosa e hanno necessità diverse, anche se il recupero della stregoneria è spesso legato a doppio filo al recupero di pratiche locali di magia popolare.

La folk magic / magia popolare non è una “magia folkloristica” nel senso di “superstiziosa”, ma nel senso di “popolare”. Il termine si riferisce alle pratiche magiche, spesso sincretiche (e che in Italia talvolta contengono elementi cristiani) che sono tramandate a livello popolare in molti casi non eseguite da vere e proprie figure specialistiche.

Alcune di queste pratiche sono così diffuse e tramandate da essere divenute usanze ripetute, anticamente da un gran numero di persone, oggi da una minoranza, in coincidenza con momenti calendariali o al proporsi di specifiche situazioni (si vedano rispettivamente la Guazza di San Giovanni e le segnature contro i vermi intestinali).

La Guazza di San Giovanni, la Barca di San Pietro, inchiodare il ferro di cavallo all’ingresso, le segnature: sono percepite come tradizionali e le persone difficilmente le associazioni allo stesso ambito del “fare magia” che rimanda a un’evocazione goetica, al volo al Sabba e a tutte le altre pratiche propriamente percepite come “magiche” o “stregoniche”. Questo nonostante, dal punto di vista oggettivo, le pratiche della folk magic mantengono un legame con le ritualità pre-cristiane e abbiano un profondissimo valore magico di per sé, in genere apotropaico o propiziatorio.

Sono ritualità talmente diffuse e pervasive che non necessitano né di trasmissione diretta e specifica, né di una iniziazione – fermo restando che la cultura e le tradizioni sono sempre e per loro natura qualcosa che viene trasmesso.

Un caso leggermente a margine rispetto a quanto detto valere per la folk magic sono le pratiche come quelle dei brevi, delle segnature o dei tempestarii, che già storicamente si trovano praticate da specialisti che conoscono i modi corretti per compiere queste cose.

In questi casi si attesta di frequente un insegnamento e un passaggio del metodo per via familiare o per “elezione” di un erede (scelto per ragioni diverse dal sangue). Perciò è implicito che sia necessario ricevere un preciso insegnamento per poter segnare qualcuno o preparare un breve.

Non si tratta di una iniziazione in senso stretto però, perché questa trasmissione non ha niente a che fare con una ricollocazione dell’individuo così profonda come quella iniziatica (che prevede, fra l’altro, la disgregazione dell’identità precedente e la sua riformazione durante il processo iniziatico, al fine di permettere all’individuo di assumere, al termine del rito di passaggio, una nuova identità e, con essa, un nuovo ruolo sociale).

Si tratta piuttosto di una condivisione del metodo e dei suoi segreti, e delle regole per fare correttamente qualcosa… e anche di una questione di rispetto del ruolo culturale che queste pratiche e i loro specialisti hanno avuto nella storia.

Per quanto riguarda la stregoneria invece bisogna partire osservando che il termine è ampio e oggetto di controversie. Le categorie del magico sono sempre soggette a variazioni di significato che dipendono dal modo in cui il singolo studioso le delimita.

Se intendiamo la stregoneria come insieme di pratiche/scopi illeciti, devianti, sovversivi o superstiziosi rispetto alla norma e a quella che una certa religione/società ritiene la normatività e la correttezza formale del rito magico-religioso, allora è chiaro che no, la stregoneria non necessità di una iniziazione di per sé – perché cade in questo concetto anche l’atto magico lecito perpetrato con scopo o modalità illecita in maniera involontaria.

Ma se per stregoneria intendiamo quel particolare fenomeno documentato nei processi inquisitori e che si è manifestato in Europa nel Medioevo e nel Rinascimento (escludendo i casi in cui l’accusa di stregoneria è stata ingiustamente attribuita alle pratiche di altre minoranze religiose) allora sì, alla sua base la stregoneria ha un mito iniziatico preciso e specifico, e dei “segnalatori” di questa iniziazione.

Iniziazione che si manifesta con un aspetto paradossale rispetto a molti altri casi: a volte è attivamente cercata, a volte capita per le circostanze ed è equiparabile a una “vocazione”.

Ed è un’iniziazione, per altro, non sempre strettamente manifesta con un’introduzione alla stregoneria per mezzo di una comunità, ma che a volte assume i tratti di una chiamata attraverso canali spirituali – considerati canonici ed efficaci perché, in effetti, tali modalità sono parte del mythos fondamentale della stregoneria (mentre non lo sono – leciti ed effettivi – in quei contesti laddove questi canali non sono previsti).

Ricordiamoci poi che, comunque avvenga l’iniziazione in relazione alla tematica del magico-religioso, essa non rappresenta solo una transizione nel ruolo terreno/comunitario, ma anche nel proprio status metafisico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EnglishItalian
00:00
00:00