Sciamanesimo

Il Cane (domestico)

Ognuno di noi ha del cane un immaginario molto diverso, che riflette la molteplicità di razze, con caratteristiche uniche: c’è chi lo vede come un amico a quattro zampe, chi come un fiero pastore del gregge, chi come una creatura elegante e slanciata, oppure piccola e nervosa. Ognuno di noi ha una razza preferita, un aspetto che trova più accattivante, un carattere che ritiene più confortevole.

Parlare del Cane in termini generici è approssimativo, considerata l’enorme differenza fra una specie e l’altra. Ciò che è possibile fare, è cercare di spostare l’attenzione proprio sulla diversità e riflettere su questo insieme di Spiriti, e di come ognuno di esseri vivifichi una razza che si esprime nel mondo in modo unico.

La storia del Cane è strettamente intrecciata a quella della specie umana: la sua evoluzione accompagna quella dell’uomo. Di fatto, abbiamo trovato resti fossili di un proto-cane in un insediamento umano risalente a 31mila anni fa. Quindi, per almeno 31mila anni, l’uomo ha “scelto” alcuni esemplari di canide per accompagnarsi nella caccia, nella protezione del villaggio, delle greggi e delle mandrie, e – non di meno – come compagno e amico. Ciò ci suggerisce che un simile stretto sodalizio ha, per ovvie ragioni, cambiato la linea evolutiva che quegli stessi canidi avrebbero seguito se non fossero stai “scelti”. Le razze di Cane, sia quelle ormai estinte, che quelle sopravvissute, esistono soprattutto per la selezione operata dall’uomo, che ha voluto ottenere animali sia funzionali per diversi scopi, che (in tempi più moderni) migliori dal punto di vista estetico. Oggigiorno, tantissime razze di Cane nascono attraverso la scelta di incroci specifici, da individui con geni di interesse, e non hanno altro fine, se non quello estetico – giusta o sbagliata che sia una simile selezione.

Diverse razze di Cane, ritenute ricercate, costose, apprezzate per alcune caratteristiche estetiche o caratteriali, se lasciate in natura morirebbero, non perché incapaci a procurarsi cibo (come accade d’altra parte a qualsiasi animale domestico), ma perché biologicamente inadatte alla sopravvivenza in Natura.
È il caso del Chihuahua, la cui fontanella non si chiude mai del tutto, rendendo la scatola cranica debole, un punto critico in caso di attacco da parte di animali più grandi, feroci e prestanti. Dal punto di vista di un animale onnivoro come è il Cane, ma tendenzialmente carnivoro come gli altri canidi in natura, si tratta di uno svantaggio che uccide la sua possibilità di competere con altri animali – della propria e di altre razze.
Lo stesso accade per il rantolo del Carlino, emesso ad ogni respiro, che ne annuncerebbe la presenza, a prede e predatori, anche a lunga distanza.
Esistono una moltitudine di razze di cane piccole e goffe, adorabili per carattere e aspetto dal punto di vista umano, ma destinate alla morte se ricondotte a una vita selvatica. Esistono anche razze grande e prestanti, ma con tare genetiche congenite, che le rendono molto soggette a malattie che si ripetono dai genitori alla prole, e così via, senza possibilità di cura (come l’artrite per la maggior parte dei Pastori Tedeschi, o la deformazione del bacino per certi Labrador).

Ciò dovrebbe far riflettere sulla portata esercitata dall’azione dell’uomo, che nel momento in cui ha selezionato piante e animali per il proprio tornaconto, ha stabilito anche una forma di interdipendenza (e di dipendenza, dal punto di vista delle piante e degli animali selezionati) difficile, se non impossibile, da rompere. Siamo davanti a un’altra forma di simbiosi, non biologica, ma funzionale, nella quale l’uomo e il cane traggono reciproco beneficio dalla vicinanza. Una simbiosi che non ha eguali, e che dipende e riguarda strettamente dalla civiltà umana. Ovvero, se l’uomo non avesse sviluppato la proto-civiltà che ha portato alla civiltà moderna, è molto probabile che non avremmo mai avuto una specie canina come quella che conosciamo oggi!

Le razze di Cane più vicine ai progenitori, come i lupoidi, sarebbero in grado di vivere anche bradi, diventando cacciatori performanti. La struttura fisica migliore rispetto a quella degli altri Cani, comunque selezionata attraverso accoppiamenti accorti, li renderebbe, con tutta probabilità, predatori al pari dei Lupi. In questo caso, l’intervento dell’uomo ha creato sì animali belli e prestanti, ma comunque “artificiali” dal punto di vista di un’evoluzione regolata soltanto dalla Natura. Certo, obbietteranno alcuni, è necessario anche circoscrivere cosa si intende per “artificiale”, poiché la capacità umana stessa di esprimere preferenze e selezionare per via genetica risale a ben prima dello sviluppo della comprensione moderna della teoria genetica sviluppata da Mendel. Ovvero, una selezione per osservazione delle qualità auspicabili, è da considerarsi artificiale? Lasciamo a voi la risposta.

In ogni caso, alla luce di queste considerazioni, è necessario rendersi conto che l’evoluzione del Cane è stata compromessa dall’intervento umano, sia in bene, che in male. Ne consegue che lo Spirito di queste razze è interdipendente da quello umano, al punto da rendere difficile creare un articolo che parli di un’etologia generale del Cane, che non sia specifica razza per razza. Cambiano, di conseguenza, anche i doni e gli insegnamenti di questi Spiriti.

Quando entrate in contatto con lo Spirito del Cane, il mio consiglio è di capire per prima cosa con quale razza avete a che fare, indagarne la storia, l’origine, l’evoluzione, le ragioni per cui è stata selezionata. E da lì cercare di ricostruire il messaggio o la caratteristica sulla quale lo Spirito vi sta invitando a lavorare.

Non commettete l’errore di pensare, con eccessivo ottimismo o leggerezza, che ogni Cane è uguale all’altro. Come abbiamo accennato, sia a livello biologico, che caratteriale, che comportamentale, esistono differenze importanti fra le razze, che si parli di un apparato olfattivo più o meno sviluppato, di una maggiore o minore capacità di eseguire e comprendere comandi, maggiore o minore predisposizione sociale verso i membri della famiglia o di altre specie, predilezione o meno per una struttura gerarchica, e così via.

Già scrivendo l’articolo ero a conoscenza del fatto che il risultato non sarebbe stato quello che molti di voi avrebbero voluto, cioè un’indagine, come per gli altri Spiriti e specie, dei doni e degli insegnamenti dello Spirito del Cane. Ho voluto discostarmi da un’abitudine che trovo sbagliata: la generalizzazione.

Il Chihuahua ha da insegnare quanto l’Husky, ma sono funzionalmente diversi, in un modo che non può trovare conciliazione, se non analizzandoli separatamente. Dal punto di vista Animista e Sciamanico, è un errore valutare uno Spirito soltanto per il suo aspetto, ferocia o dimensioni: piccoli o grandi, belli o brutti, docili o feroci, che incontrino o meno le nostre simpatie e preferenze, tutti gli Animali hanno qualcosa da insegnare, un proprio messaggio, una rilevanza ecosistemica – anche quando, come nel caso del Cane, sono più parte dell’ecosistema umano, piuttosto che di quello selvatico.

Nota bene: più avanti, prepareremo anche un articolo sul Cane Selvatico, o Cuon alpinus, che non appartiene alla stessa specie del Cane Domestico, Canis lupus familiaris.

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