Il Coyote
Quando si parla del Coyote si pensa a un imbroglione, nel senso più negativo del termine, ritenendolo quasi unicamente uno Spirito negativo di poco interesse. Questo genere di idea non potrebbe essere più sbagliata e lontana dalla verità.
L’immaginario del Coyote è stato negativizzato durante il Colonialismo, che lo ha in qualche modo contrapposto al Lupo, al quale ha attribuito un’accezione più positiva. Se invece analizzassimo le leggende dei Nativi Americani, scopriremmo che al Coyote venivano riconosciuti molti meriti, diversi per le varie tribù. Leggenda vuole, per esempio, che sia stato il Coyote a donare il fuoco agli uomini, che a volte ha lui stesso creato. E sempre a questo Spirito si deve l’introduzione della morte nel creato, la quale non è ritenuta un evento negativo (come accade nel Cristianesimo), ma un importante regolatore della quantità di persone vive al mondo, affinché vi sia sempre spazio per tutti e per le coltivazioni. Secondo i Nativi Americani, il Coyote è lo Spirito più archetipicamente legato alla figura del trickster e dello shapeshifter, essendo capace di cambiare la sua forma, da quella animale a quella umana o antropomorfa.
Presso i popoli mesoamericani, ha una connotazione ancor più positiva e importante: il Coyote è infatti il fratello maggiore dell’umanità, e ricopriva un ruolo importante nel complesso panorama divino pre-Azteco, come rappresentazione di forza militare e capacità strategica, seduzione e inganno. Era però considerato un grande eroe e i soldati indossavano pelli di Coyote, o si travestivano da Coyote, per invocare il suo potere e i suoi doni in battaglia.
Dal punto di vista biologico, il Coyote non è né un piccolo Lupo, né una grossa Volpe, come ci è capitato di sentir dire da alcuni, che lo hanno ridotto ad uno Spirito “interscambiabile” con quello di altri esponenti della famiglia dei canidi. Il Coyote, come abbiamo ripetuto più volte, è un animale a sé stante, che ha solo alcuni comportamenti del lupo gregario (per via del suo forte legame con il branco) e della volpe (che è invece prevalentemente solitaria).
Il Coyote vive in piccoli nuclei familiari composti da consanguinei, ma può sopravvivere anche da solo senza problemi, poiché caccia sia in branco che in solitaria. È un animale territoriale, ma non difende il suo territorio strenuamente come il Lupo: lo fa soprattutto nella stagione degli accoppiamenti, per proteggere i cuccioli, mentre durante il resto dell’anno lascia che i predatori lo invadano senza difenderlo né attaccarli. Inoltre, a differenza del Lupo che è anche bigamo, il Coyote è esclusivamente monogamo.
Già da questi aspetti si può comprendere il primo importante insegnamento impartito dallo Spirito del Coyote, che invita a saper sempre collaborare con la propria famiglia (come le femmine di Coyote che, se non si accoppiano, restano ad aiutare la madre e le sorelle con le loro cucciolate), ma al contempo essere indipendenti e saper contare sulle proprie forze, talenti e astuzia. In sostanza, essere cangianti e mutevoli, adattabili alle diverse situazioni, imparando a godere e tratte giovamento tanto della compagnia della famiglia, quanto della solitudine.
Come tutti i trickster, anche il Coyote invita a essere scaltri. Scaltro o astuto non significa necessariamente “cattivo”: è piuttosto la capacità di mettere a frutto la propria intelligenza e le proprie doti per ottenere il meglio dalle situazioni che la vita propone. Proprio come i Coyote più esperti e scaltri riescono a cacciare i porcospini senza restare feriti dai loro aculei, così la persona che abbraccia gli insegnamenti dello Spirito del Coyote dovrebbe mettere a frutto tutti i suoi talenti, apprendendo come farli brillare senza restare ferito dalla vita.
Il Coyote è in grado di cacciare grandi prede, che abbatte formando branchi temporanei, composti da individui non consanguinei. Addirittura, ai fini della caccia, potrebbe arrivare a collaborare con i tassi, con i quali a volte stringe legami d’amicizia. Anche questo sottolinea la caratteristica scaltrezza del Coyote, capace di scendere a compromessi e adattarsi davanti alle differenze, per poter collaborare a un fine comune. Poiché è il fine ad importare, e il fine è la sopravvivenza, instaurare una fruttuosa collaborazione, con mitezza, intelligenza e strategia, talvolta è di vitale importanza: il diverso può così diventare una risorsa, piuttosto che un limite.
Un’altra nota molto interessante riguarda i cuccioli, che prima di giocare e instaurare un rapporto pacifico, combattono per stabilire una gerarchia. In età adulta i combattimenti avvengono solo fra esemplari dello stesso sesso, a differenza di quanto avviene in altre specie. La femmina del Coyote è la più violenta e feroce in combattimento, e non di rado mira a colpire la rivale agli arti, alla fola e al torace. Insomma, sesso debole a chi?!
Il Coyote, proprio come la Iena, il Ragno o altri animali, dimostra come non di rado sia la femmina quella più combattiva e violenta, non soltanto per il suo istinto alla protezione dei cuccioli. L’invito è sempre quello di non cadere negli stereotipi di genere, ma esprimersi per quello che si è, indipendentemente dal proprio sesso biologico.
Per quanto riguarda il linguaggio, quello del Coyote è meno articolato di quello del Lupo, ma la specie possiede comunque una buona varietà di suoni con cui comunica con i propri simili (da qui il nome scientifico di Canis latrans, ovvero cane latrante). Ogni vocalizzo ha un significato preciso per comunicare un preciso stato d’animo, un saluto o un avvertimento, esprimendo con chiarezza le intenzioni dell’esemplare.
Se volessimo dedurre un dono dello Spirito da questo, sarebbe di certo la capacità di parlare chiaro, di esprimerci chiaramente con i familiari e le persone che compongono la nostra cerchia, scegliendo le parole giuste per una comunicazione efficace del nostro pensiero, stato d’animo o avvertimento. Teniamo sempre presente che lo Spirito del Coyote è legato alla capacità strategica, che non è soltanto militare: a tale fine diventa indispensabile comunicare con efficacia, altrimenti la strategia risulterà sempre povera e debole, e i risultati, anziché avvicinarsi, si allontanano. Lo scopo può essere molteplice: raggiungere un obiettivo importante, ma anche vivere con serenità l’ambiente domestico.
A differenza di altri carnivori, il Coyote ha una dieta varia, adattabile: non si nutre soltanto di carne, ma anche di frutta e verdura. Perciò ha molari più sviluppati, la mandibola più snella e la cresta sagittale meno sporgente rispetto a quella del Lupo.
Questo per puntualizzare ancora una volta che la famiglia dei Canis ha un progenitore comune, ma ogni specie si è evoluta in modo diverso e unico, e ciò determina differenze in termini di biologia e “doni spirituali”. Le varie specie non si possono sovrapporre o scambiare, né a livello spirituale, né tanto meno a livello fisico: è indispensabile, soprattutto quando ci si interessa di Sciamanesimo, imparare a comprendere e valorizzare le differenze.