Il Cipresso
Il cipresso (Cupressus sempervirens) è una pianta sempreverde, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, fino al Caucaso, facile da reperire, e famosa perché legata al lutto e simbolo di morte. La si trova spesso ad adornare i viali che portano ai cimiteri, o le tombe stesse, perché ritenuta emblema della vita eterna dopo la morte, e dell’ascesa dell’anima verso i mondi celesti (per via della forma allungata verticalmente e svettante sulla maggior parte delle altre piante). Nell’antichità, si associava alla morte anche perché quando potato troppo il cipresso fatica a rigenerarsi e tornare a crescere, dichiarandosi come albero sì resistente, ma al contempo fragile – perfetto parallelo con la vita umana.
Nella Grecia classica, Kyparissos (Cipresso) fu un giovane amato da Apollo. Nel mito più conosciuto, Kyparissos usava accompagnarsi ad un cervo addomesticato, dono di Apollo stesso, che uccise per errore durante una battuta di caccia, mentre l’animale giaceva addormentato. Il dolore del giovane Kyparissos fu così grande e insopportabile, che chiese ad Apollo di trasformarlo in un albero di cipresso, affinché potesse piangere per sempre la dipartita dell’amato cervo.
Il mito serve naturalmente a spiegare l’associazione del cipresso con i rituali funerari nella Grecia classica, e si basa su una particolarità della pianta, che trasuda piccole gocce di resina, che colano lungo il tronco con la sembianza di lacrime traslucide.
Tuttavia, questo stesso mito ha carattere iniziatico, parlando del passaggio di Kyparissos dal ruolo di eromenos (amato) di Apollo, nella classica relazione pederastica che segna il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, rimarcato in questo caso dalla morte trasformativa (che trasfigura il giovane in cipresso). L’erasès (amante) era infatti solito a donare un animale da compagnia al proprio eromenos, e in questo caso specifico il dono assume un significato simbolico ancor più evidente, essendo il cervo preda del cacciatore. Bisogna inoltre notare che tutti gli eromenos di Apollo sono da considerare doppi di Apollo stesso, archetipo del kouros.
In Grecia, il cipresso rientrava fra le erbe associate ai rituali funerari e con le sue fronde erano preparate le ghirlande che adornavano la casa e i suoi abitanti durante il lutto. Le fronde erano anche utilizzata per fumigazioni durante questi riti e il legno era utilizzato per la pira crematoria.
La pianta era anche usata per coronare statue di Hades e Pluto, e vi sono attestazioni di sacrifici rivolti a Persefone e Hades sotto alberi di cipresso. La pianta è sacra anche ad Apollo e Artemis, nati sotto un albero di cipresso nell’isola di Ortigia.
A differenza di Kyparissos, che non fu mai oggetto di un culto eroico in Grecia, Asclepio, figlio di Apollo e della mortale Arsinoe, ricevette un culto, associato con il cipresso, albero sacro del asclepeion presso Titane. Asclepio fu un rinomato guaritore, istruito dal saggio Chirone, così abile da riportare in vita i morti (e per questo fulminato da Zeus e poi immortalato nella costellazione del Serpentario, perché l’ira di Apollo fosse placata). Secondo la leggenda, il bastone con cui Asclepio si accompagnava era ricavata da un ramo di cipresso, che ricorre dunque in un secondo mito di morte, guarigione e rinascita.
L’albero si ritrova anche nel mondo Romano, e secondo le Georgiche di Virgilio il cipresso è associato al dio Silvano, che porta un alberello di cipresso. Ricorre anche nei riti funebri romani, con significato identico al mondo greco.
È probabile inoltre che il cipresso non solo fosse sacro al culto di Diana, ma associato in particolare al suo tempio a Nemi, come testimonia una moneta che ritrae Diana Nemorense e la sua statua cultuale triplice, con alle spalle tre alberi di cipresso. Ciò non deve stupire, in quanto Diana, al di là delle molte mistificazioni e incomprensioni moderne, era una Dea strettamente legata al ciclo naturale, e dunque anche al passaggio dalla vita alla morte. Proprio per via del suo ruolo di divinità naturale che regola il passaggio fra i due stati dell’essere (vita e morte), Diana Nemorense venne associata, in epoca più tarda, a Hekate, al punto che le due figure talvolta si confondono. Allo stesso modo si confuse anche l’attribuzione del cipresso, che si estese da Diana a Hekate – ammesso che già nella Grecia Classica non fosse a lei associato, in quanto divinità dell’oltretomba.
In Egitto, il cipresso era coinvolto come legno aromatico nel processo di mummificazione, ed era uno dei legni utilizzati per la costruzione dei sarcofaghi e delle maschere funerarie.
CORRISPONDENZE
Governato da: Saturno, Marte secondo Agrippa (come tutti i legni odorosi)
Elemento: Terra, Aria
Sacro a: Apollo, Artemis, Asclepio, Hades, Persefone, Pluto, Diana, Hekate, Silvanus
Utilizzo: nel culto dei Morti e delle divinità che governano la Morte; purificazione della casa e dei suoi abitanti dopo un lutto; purificazione.
Parti utilizzate: le coccole per oleoliti e oli essenziali; legno e foglie per gli altri preparati